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Ciao Wiwesh,

come stai? Spero tu ti sia un po’ ripreso dalle ultime vicissitudini. L’ultima volta che ci siamo visti, abbiamo parlato di religione, di libertà, di libero arbitrio, di creazione (di Dio) e di distruzione (di Satana).

E oggi mi sono chiesto: se è solo Dio che può creare, e quindi l’Avversario può solo limitarsi a distrugger ciò che è stato creato (come hai detto tu), a questo punto non riesco a capire se il Male viene compiuto dagli uomini per scelta o per corruzione da parte di Lucifero.

Ieri sera ho visto su Sky un documentario su una strage scolastica statunitense avvenuta nel 2007 (guardandolo, mi sono poi reso conto di ricordarmi l’avvenimento), durante la quale un ventitreenne coreano studente in lettere uccise 32 persone in un istituto scolastico. Magari ti ricordi l’evento. Se così non fosse, vai qua: http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_al_Virginia_Polytechnic_Institute

Per approfondire la cosa, ho cercato ulteriori notizie su stragi avvenute in istituti scolastici nel corso della storia. Qui trovi altre informazioni schematiche: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/03/stragi-scuole.shtml?uuid=6ea1a780-0e52-11de-8d17-a3d409d4aa4c

Noi siamo dotati di libero arbitrio. Ma il male che facciamo, lo scegliamo noi o siamo portati al male da Satana? Mi chiedo se questi studenti che hanno compiuto quelle stragi hanno deliberatamente scelto di fare del male o se sono stati spinti a farlo, se Satana è intervenuto corrompendo le anime di queste persone, inducendole al genocidio. Ok, possiamo dire tante cose, ad esempio questi studenti avevano altre patologie psichiatriche ecc…, però le domande mie restano. Tecnicamente, se Dio volesse che l’uomo sia davvero libero, non dovremmo ricevere “spinte” da nessuno dei due, né da Dio né da Satana (nel bene e nel male). Dio dovrebbe quindi impedire a Satana (e potrebbe farlo, in quanto onnipotente) di intervenire, esattamente come non interviene lui. Poiché alla fine, se ci pensi, non si tratterebbe di libertà vera e propria, poiché siamo indotti all’una o all’altra sponda da un’entità più forte di noi.

Se facciamo del bene spinti da Dio, siamo comunque una marionetta. Se facciamo del male spinti da Satana, siamo comunque una marionetta. A questo punto mi chiedo dove stia la libertà dell’uomo, e mi chiedo se è giusto averla, questa libertà.

Per cui, come sono solito fare, ecco la mia domanda stupida da un milione di dollari: il ventitreenne Seung-Hui Cho ha deliberatamente ucciso 32 persone nel 2007? Oppure è stato Satana a spingerlo? La sua malattia mentale (mutismo selettivo + altre mille patologie)si è generata spontaneamente sin dall’infanzia o è stato Satana che ha deciso specificatamente di corrompere quella particolare anima sin dalla più tenera età per poi usufruirne anni dopo e commettere, tramite lui, una strage?

Come chiusura, dico questo: nel 2006 ho conosciuto, tramite il mio blog, uno scrittore italiano, Pietro Fratta (ha pubblicato alcuni libri ed ha un profilo Facebook + un blog su Splinder). C’è stato un periodo in cui ci scambiammo delle lettere via mail. Ad ogni modo non l’ho mai conosciuto di persona. Premetto che lui è credente. Alcune argomentazioni vertevano sulla “facilità” di essere credenti o atei, e ti spiego perché. E’ tanto facile, a volte, essere credenti, quando abbiamo la nostra bella vita, il nostro bel nido, dei soldi, la salute, amici casa e famiglia. E magari ringraziamo pure Dio per questo benessere. E’ una sorta di guscio ovattato, all’interno del quale potrebbe avvenire l’opposto: essere atei. E’ facile essere atei, se l’essere ateo significa discutere di religione e scienza in un salotto, con amici e conoscenti, in un bella casa, alle nostre spalle un conto in banca, salute, benessere.

Bisogna poi vedere, quando sprofondiamo nella merda più turpe, se siamo così bravi e coerenti da mantenere le nostre idee. L’ateo può magari giungere ad una tale disperazione, da non riuscire a vedere altra via se non la conversione, e iniziare quindi ad appoggiarsi alla fede, a Dio e a Gesù. Parimenti dicasi del credente: magari si ritrova in una situazione di sofferenza tale da pensare: io, che ho sempre creduto in Dio, mi ritrovo a dover vivere l’inferno ogni giorno (vuoi per un tumore, o perché ha perso la casa e il lavoro, vuoi perché la famiglia intera è morta in un incidente stradale), è questa la ricompensa per la mia fede? E quindi ha un rigetto nei confronti di Dio, talmente è disperato, tanto da diventare ateo.

Di conseguenza: quando la nostra persona è coinvolta da un dolore lancinante, da una situazione di inferno quotidiano, da una malattia oscena e distruttiva, come reagiamo? Siamo ancora pronti a discutere di Dio in un salottino con gli amici? O ci suicidiamo dal dolore? In una sola frase: predichiamo bene e razzoliamo bene, o predichiamo bene e razzoliamo male, malissimo? Come è cambiata la vita del Virginia Tech? Come stanno i parenti, oggi, di quelle 32 vittime di quel giorno del 2007? E i genitori di Seung, un’umile famiglia coreana di lavoratori impiegati presso una lavanderia, come stanno oggi? A cosa si appellano, a cosa si appoggiano? Sono cattolici? Oppure, dato che parliamo della Corea del Sud, essi sono atei? O buddisti?

Attendo riscontri.
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Ciao, Max. E grazie della discussione. Sembra che ci siano giornate a tema.. Proprio oggi ho affrontato l'argomento con i miei allievi a scuola.

Io mi sto riprendendo dalla botta. Ma è l'umore a essere un pò altalenante in questi giorni. E ti confesso che a volte situazioni come quelle che mi sono successe ultimamente mi fanno pensare molto alla mia fede. Io non sono uno che è arrivato e la mia fede a volte vacilla. Non nel senso del credere o non credere che Dio ci sia. Ma nel senso che non so se nel rapporto con Dio io sia compreso o no. Forse vivo solo dei sensi di abbandono. Ma la fede non è questione di sensazioni psicologiche. Queste seppur importanti nella nostra vita, fanno parte della dimensione dell'umano. La spiritualità va oltre e comprende anche quella dimensione. Però non ti nascondo tutte le mie fatiche. le difficoltà di relazione a volte mi impediscono grandemente. E' che però spesso non accetto i miei limiti e rischio di chiudermi. Ma ora basta parlare di me.

Veniamo alla questione del male. Ti racconto quel poco che so. Ti dico "racconto" perchè il male non lo si può spiegare. Lo si può solo raccontare. Mi riferisco agli episodi che hai citato che ricordo in parte.

"E oggi mi sono chiesto: se è solo Dio che può creare, e quindi l’Avversario può solo limitarsi a distrugger ciò che è stato creato (come hai detto tu), a questo punto non riesco a capire se il Male viene compiuto dagli uomini per scelta o per corruzione da parte di Lucifero. ... Noi siamo dotati di libero arbitrio. Ma il male che facciamo, lo scegliamo noi o siamo portati al male da Satana?"

Credo che a questa domanda la risposta sia: entrambe le cose. Nel senso che Satana induce l'uomo al male. Ma non lo può obbligare! C'è una proposta del maligno a fare il male. Così come Dio propone di fare il bene senza poter violare la libertà umana.
C'è sempre uno spazio di risposta che è assolutamente libero nell'uomo. In pratica il serpente a Eva fa la proposta, gli fa vedere gli effetti buoni (e solo quelli) dell'assaggiare il frutto. Ma la scelta finale è di Eva.
Gesù nei Vangeli fa miracoli di guarigione solo dove cè una risposta di fede. (Si, mi fido di Te, so che puoi guarirmi). Gesù ripete spesso questa frase "Và, la tua fede ti ha salvato" dopo un miracolo.
Sicuramente nei casi delle stragi che hai citato, il ragazzo che ha compiuto la strage aveva delle sofferenze di tipo psicologico non indifferenti. Eppure, laddove pure leggiamo la malattia nell'uomo, esso ha sempre un range di libertà che gli permette di dire si a una delle due proposte: il bene o il male. Immagina in questo modo. Una persona normale è libera di scelgiere il male o il bene (nel senso di rispondere a una proposta di Dio o di satana) a 360°. Un malato fisico o psichico non avrà tutto quel range di libertà. L'angolo si restringe. La malattia determina una libertà solo più di 180° o di 90°. Ma fosse anche di 10°, la persona ha un grado di libertà con la quale può scegliere di far male o bene. Questa è la grandezza, la dignità, la bellezza dell'essere umano. Noi questi confini abbiamo il dovere di tenerli sempre al massimo possibile. Ma puoi ben immaginare che un alcolista, dipendente dalla sostanza, non sarà più in grado di valutare e il suo grado di libertà sarà ristretto. Tuttavia gli resta sempre un grado di libertà sufficiente a non cadere del tutto. Chissà qual'era il grado di quel ragazzo che ha ceduto a un male così intenso...

Sta di fatto che Satana (dice San Paolo) "... come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Voi resistetegli saldi nella fede". E' questa la nostra grande libertà. Resistere a Satana o resistere a Dio.

Ora però va fatto un distinguo (che è quello che ho spiegato oggi ai miei allievi): Satana non è allo stesso livello di Dio. E il bene e il male non sono per niente allo stesso livello.
Una filosofa laica, Hanna Arendt contemporanea ha scritto un testo intitolato "La banalità del male". Un testo sui fatti della seconda guerra mondiale!
Il bene è sostanziale. Il male invece non ha sostanza. (tu dirai.. ma le stragi sono state mica inconsistenti). E' vero: il male ha delle conseguenze sostanziali. Ma non ha sostanza in sè
Cerco di spiegarmi.

Cosa è il male?
Non è qualcosa in sè. E' soltanto una MANCANZA di bene. Così come la malattia è una mancanza di salute, così come il buio è solo una mancanza di luce.
Alla luce si può dare una definizione scientifica. Raggio, fotoni ecc. Posso dire cosa essa è. Del buio non posso fare altrettanto. Posso solo constatare che è una mancanza di luce. Tanto è vero che basta una piccolissima fonte di luce per far sparire il buio. Mentre non è vero il contrario.
Il male, come il buio, fa più rumore. Il buio fa paura. Ma basta un niente per vincerlo.
Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
Che il male poi sia una mancanza è un classico nella letteratura. Ricordi La storia infinita di Maicheal Ende? Il regno di Fantasia è in pericolo. Nessuno dentro il regno può sconfiggere il male che lo opprime. Qualè questo male? Il Nulla! Il male non costruisce. Distrugge. Nel Signore degli Anelli, Sauron, personificazione del male.... non ha un corpo! E' solo occhio! Il male non costruisce mai nulla ma distrugge ciò che c'è di bene.
(se ti interessa un amico ha pubblicato recentemente un libro dal titolo "L'arazzo rovesciato. L'enigma del male. edito da Cittadella. Autore Andrea Monda e un altro che non ricordo con lui).

Teologicamente bisogna tenere presente che Satana è una creatura! Non ha lo stesso potere di Dio. Egli è appunto invidioso del potere creativo di Dio. Vorrebbe fare un regno tutto suo, alternativo (l'inferno) ma non potendo costruire niente, mettendosi come Avversario (=satana in greco) a Dio non può fare altro che distruggere, pervertire, la creazione di Dio. Ed eventualmente fare in modo che altri facciano come lui (ecco la tentazione!). Noi ci votiamo al male nelle piccole cose prima che nelle grandi stragi. Pensa l'invidia che talvolta proviamo ad esempio. Se la lasciamo andare in realtà non ne otteniamo niente e procuriamo solo del danno a colui che è oggetto della nostra invidia. (gli buco le gomme perchè ha la macchina più bella della mia e fa lo sborone!. .. cosa ne ottengo? gomme bucate e a me non ne viene niente se non la soddisfazione passeggera di aver creato un disagio a quello che non sopporto).
Quando io faccio il male non ne ho niente. Perchè il male in se non è consistente. E' solo una mancanza (il termine tra l'altro è sinonimo di peccato. Una pecca, una mancanza). Il male poi ci isola. Invece il bene crea relazione. Costruisce relazione.
Non sto li a farti vedere peccato per peccato capitale il fatto che sono mancanze. L'invidia è una mia mancanza di amore a me stesso. La superbia una mancanza di umiltà, la gola una mancanza di autocontrollo, ecc..

Dunque: il male è cosa inconsistente. Per questo è banale.

Ma
le conseguenze del male sono sostanziali . E le conseguenze sono sempre solo distruzione.
Bisogna poi vedere, quando sprofondiamo nella merda più turpe, se siamo così bravi e coerenti da mantenere le nostre idee. L’ateo può magari giungere ad una tale disperazione, da non riuscire a vedere altra via se non la conversione, e iniziare quindi ad appoggiarsi alla fede, a Dio e a Gesù. Parimenti dicasi del credente: magari si ritrova in una situazione di sofferenza tale da pensare: io, che ho sempre creduto in Dio, mi ritrovo a dover vivere l’inferno ogni giorno (vuoi per un tumore, o perché ha perso la casa e il lavoro, vuoi perché la famiglia intera è morta in un incidente stradale), è questa la ricompensa per la mia fede? E quindi ha un rigetto nei confronti di Dio, talmente è disperato, tanto da diventare ateo.

Certo. Le conseguenze del male mi possono portare a essere credente o ateo con una facilità estrema. Ma come vedi ecco di nuovo in una dicotomia che presuppone una scelta.
Io non sono credente perchè "mi sento" o ateo perchè "mi sento". Lo sono per scelta.
La scelta fondamentale è questa. Per dono io ho ricevuto la vita (che mi piaccia o no. Questa sarebbe una bella riflessione: siccome io non ho scelto la vita sono poi davvero libero?). Nella vita sono chiamato a fare una scelta: il Bene o il Male. A volte è una scelta chiara ed evidente. A volte non è così semplice. Devo lavorare su di me per comprendermi. e per comprendere il mondo. Ma non posso esimermi dalla scelta. Se no la vita sceglie per me o per meglio dire la mia non scelta è una scelta.

E quando il male io lo subisco? Ho di nuovo una libertà di scelta: la disperazione o l'elaborazione e l'accettazione. In genere la prima reazione nostra è la ribellione.
Gesù non era contento di finire in croce. Ma l'ha accettata per dimostrare con la sofferenza che il suo amore era vero nei nostri confronti. Mistero della sofferenza accettata per amore! Ma questo passo non è cosa che io posso fare da solo. Ho bisogno di sentirmi estremamente amato per farlo. Accettare la sofferenza che viene da fuori. Gesù sentiva e si fidava dell'amore del Padre. Io cerco di fare lo stesso. La fede è tale quando è fiducia che Dio mi ama anche quando non lo percepisco. Anche quando dò il giro con la macchina e non so dove sbattere la testa per recuperarne un'altra. Anche quando vedo morire mio padre lentamente di tumore. Anche quando penso che quel ragazzo della strage è amato da Dio, così come lo sono le vittime e non so perchè l'ha fatto.
Lui ha ceduto al male. Si perchè è possibile. Non è perchè il male è inconsistente che allora io non posso cedervi (è l'idea dell'inferno vuoto. stupidaggine!) Non si può negare che ci sono persone che si lasciano andare al male (anche 'che si lasciano andare a male' ci sta bene!) che si votano alla distruzione, alla perversione. Persino io posso alla fine cedere definitivamente al male, alla distruzione. (talvolta lo faccio anche io! Cedo al male. E chissà quante volte senza rendermene conto! In quel caso io non ho colpa morale ma le conseguenze - sostanziali - restano. Penso al danno che posso fare nel mio lavoro di educatore - mi vengono i brividi a pensarci - una parola non detta o detta a sproposito, un giorno che non sono in forma e non dedico attenzione a un allievo che ha bisogno... ) Ci si crede più che all'amore. Ma torno a dire che è una cosa un pò sciocca fare il male di proposito perchè il male è banale. Il bene è costruttore di tutto ciò che mi fa felice: le relazioni in primis.

In conclusione (perdona la lunga predica... mi è scappata di mano) dopo la scelta di adamo ed eva di mangiare del frutto della conoscenza del bene e del male Dio non ha potuto che confermare la scelta dell'uomo. L'hai voluta la bicicletta? Mò pedala!. Conosci ciò che è bene e ciò che è male. Scegli il bene e lascia il male e sarai felice.
Le "punizioni" di Dio non sono mai delle sentenze dall'alto. Sono le nostre stesse scelte che ci giudicano. Dio non fa altro che farci da specchio. Siamo noi che ci scegliamo l'inferno quando compiamo il male. Perchè ci auto-condanniamo a una scelta fatta di distruzione e non di costruzione. (tra l'altro l'inferno è inifinita solitudine! perchè è infinta mancanza di relazione. e la cosa triste è che c'è chi lo sceglie!). Finchè siamo in vita, la somma delle nostre scelte tra bene e male dà l'idea del "da che parte stiamo". Solo con la morte, le scelte di bene e di male diventeranno definitive. In vita possiamo sempre cambiare. Perchè sempre avremo la proposta d'amore di Dio da un lato e di distruzione di satana dall'altro. E sempre avremo almeno un range di libertà che ci permette di scegliere come vogliamo al punto che nè Dio nè satana possono violarla. (Dio potrebbe, ma non lo fa. Satana ci prova, ma non ci riesce. sempre a causa del gap Creatore - creatura).

Penso di averti tediato a sufficienza al punto che temo non vorrai più condividere nessuna tua riflessione... Però la proposta (buona) te la faccio lo stesso. Insieme alla conferma della nostra amicizia per me tanto preziosa.

Ora, invece vado a riposare sperando stanotte di poter dormire, a differenza delle precedenti.

Buona notte e buon tutto!
Un abbraccio forte forte.
wiwesh

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